“Pronto”
“Ciao Lorenz”
“Ciao Uolter”
“Allora, domani ci si vede alle 8.00 al primo autogrill dopo Agrate, ok?”
“Okkey”
Okkey, scritto in questo modo, per esteso, perché tu lo pronunci così.
Quante strade, quanti chilometri. Su per i monti e lunghi trasferimenti in autostrada che non diventavano mai noiosi perché si chiacchierava per ore, da casco a casco, con l’auricolare bluetooth che abbiamo comprato assieme. Perché con la moto e quel che ci girava attorno le cose si facevano assieme.
“Uolter, domani mi consegnano la moto nuova a Bergamo, mi accompagni?”
“Certo Lorenz, a che ora?”
Dopo aver ritirato la moto siamo andati a farci un giro a Valcava e c’era il ghiaccio… minchia che ridere (si fa per dire). Era Dicembre ed eravamo solo con i jeans perché il giro in montagna non era previsto e faceva un freddo pazzesco.
Sulle Dolomiti, in uno dei giri più belli fatti assieme, abbiamo anche dormito assieme nel letto matrimoniale e da quel giorno non giro più senza i tappi per le orecchie; figa, russavi come un trattore!
Refuge Napoléon, sulla strada che porta al Col de Vars, in Francia, eravamo in quattro seduti al tavolo a mangiare, tu con l’immancabile insalata e noi altri con carne e patatine ammirando il panorama dei monti riflessi nel laghetto a pochi passi da noi.
Ho quasi sempre organizzato io i giri da fare in moto, selezionando di volta in volta passi di montagna nuovi o località mai viste prima. Per questo motivo, il più delle volte, comandavo il trenino di moto facendo da apripista.
Dialogo:
“Qualcuno vuole stare davanti a tirare un po’ il gruppo? Lorenz, dai, con la tua Ducatona“
Simone e Giacomo hanno risposto “No”; tu hai scosso la testa da destra a sinistra e poi hai detto No. Tu facevi così, scuotevi sempre la testa per dire no.
Subito dopo hai aggiunto:
“No perché fai delle traiettorie molto belle da seguire, quindi preferisco stare dietro”
“Grazie Lorenzo, che bel complimento!”
Che dire.
Lorenzo, mi manchi.